Come hai iniziato?
Mi ricordo che un aprile di 18 anni fa stavo facendo merenda, quando ho sentito la mamma chiedere a mia sorella se voleva fare una prova di karate nella palestra di fianco a casa. Mi sono illuminato sentendo la parola “karate” e subito ho espresso la volonta di provare.
Avevo 7 anni, era il 2003, ma fin da allora avevo le idee chiare: volevo diventare ingegnere e maestro di karate. A dir la verita, credevo che tutti i bambini che iniziavano karate volessero un giorno diventare maestri.
E cosi ho cercato di fare tutti gli esami nei tempi piu stretti possibili: a 12 anni ho fatto l’esame di c.n. 1 dan, ho iniziato subito ad aiutare ai corsi poi nel 2016 ho avuto il riconoscimento dalla F.I.K.T.A. di assistente istruttore. Due anni fa mi sono iscritto al corso istruttori che sto ultimando.
Agonismo: come hai iniziato?
Fin da piccolo ho partecipato a diverse gare, al Trofeo Topolino, Trofeo Primavera. Anche durante gli allenamenti in palestra si organizzavano garette interne.
Ho dei bei ricordi di quel periodo, si organizzavano tante trasferte anche con i genitori, era divertente ed eravamo in tanti. E stato quindi normale intraprendere la carriera da agonista, faceva parte del percorso che mi ero prefissato.
Chi e l'agonista?
Come ci dice sempre il Maestro, agonista e chi porta fuori dalla nostra palestra il nome della scuola, chi costantemente partecipa alla vita della squadra e raggiunge un obiettivo. Serve costanza, collaborazione con i compagni: l’agonista e anche colui che si interessa agli altri.
Quando ho iniziato ero il piu piccolo, i miei compagni erano molto piu grandi e il mio unico punto fermo di riferimento era il Maestro.
Adesso che sono un po' di anni che pratico agonismo, cerco di seguire e incoraggiare i ragazzi piu giovani che seguono la stessa strada.
Qual'e la parte del karate che ti piace di piu?
Sono sempre stato leggero e ho trovato difficolta nel kumite, specialmente in quello da gara. Viceversa mi sento bene quando faccio il kata, dove riesco ad individuare la massima espressione dell'arte del karate.
Sento meno mia la parte competitiva dell’agonismo rispetto all'aiutare i compagni, migliorare me stesso e crescere insieme. Ad esempio, faccio fatica ad apprezzare i kata “da gara”. Non li sento veri dal punto di vista dello spirito, spesso sono solo funzionali a vincere l'incontro.
Con i miei kata voglio riuscire a raggiungere quello che un giorno ci ha detto il M°Severino mentre ci stava accompagnando ad una gara verso Torino. La notte prima aveva nevicato, la mattinata era tersa e le montagne si stagliavano all'orizzonte oltre il limite della pianura. Ci ha detto: “Sapete quando qualcosa e arte? Quando quel qualcosa ti trasmette emozioni, come queste montagne innevate al mattino”.
Mi piace pensare a quel giorno, e penso che il Maestro ci fornisce la tavola, il pennello, i colori, e noi dobbiamo con il nostro karate creare un'opera d’arte, non un disegno tecnico, ma un qualcosa che emozioni.
Dopo tutto questi mesi senza recarti in palestra, cosa ti manca?
C'e un modo di dire che recita: “il dojo e ovunque”. E questo si puo interpretare in due modi.
L'interpretazione piu diretta la si ha pensando al dojo come luogo fisico: si puo praticare karate in qualunque posto, e qualunque posto dove riesco a concentrarmi ed allenarmi diventa il dojo. Personalmente pero trovo difficile allenarmi in casa, magari in una stanza dove fino a pochi minuti prima ho lavorato. Faccio fatica a svuotare la mente, mi sento soffocare dalla stanza stessa.
La seconda interpretazione riguarda la vita: il karate non e solo esercitarsi nel dojo e nell’allenamento, va applicato alla vita tramite rispetto per chi ti insegna e vive con te, per i tuoi compagni, rispetto per gli oggetti, le strutture.
Un consiglio per chi inizia il karate.
Bisogna rendersi conto che c’e molto di piu. Una volta che ci si rende conto che sempre c’e di piu, si affronta tutto in un altro modo. Bisogna capire che non c'e solo la tecnica fine a se stessa, ma c’e meditazione, autocritica, introspezione. Fino marrone-nera si imparano le tecniche, i kata, le posizioni; ma solo quando si ha interiorizzato le tecniche base si puo iniziare a migliorare se stessi come karateki e, tramite il karate, come persona.