Quando hai iniziato?
Ero una bambina vivace e prima di iniziare karate a 7 anni praticavo nuoto, ma l’allenatore mi cacciava fuori dalla vasca a meta lezione perche disturbavo, e allora mi sedevo vicino ai finestroni, in castigo, da sola. La piscina confinava con una palestra e vedevo i bambini che facevano karate. E cosi un giorno ho detto alla mamma che volevo smettere di fare nuoto e fare karate. I miei non conoscevano niente di karate, si chiedevano “dove ti e uscita questa idea a 7 anni?”. Per caso abbiamo visto in un negozio un volantino rosa: il M° Severino con il calcio yokogeri alto. I miei genitori hanno ceduto e ho inziato.
A Merate era il primo anno del corso della Manuela e lo teneva alla palestra dell’Istituto Vigano. Mi piaceva tantissimo e anche i miei genitori erano entusiasti perche era l’unica cosa in cui ci mettevo impegno e disciplina, mentre ero molto indisciplinata a scuola.
Ho iniziato subito a fare il torneo Topolino, erano i primi anni che lo Shotokan portava i bambini. Era fantastico. Si andava in pullman, e li ho conosciuto il Maestro piu da vicino, perche al tempo mi allenavo una sola volta alla settimana a Merate. Li ho cominciato a conoscere la scuola, la Piera, e da allora e diventata una seconda famiglia.
Una parte di come sono fatta dipenda dai Maestri Severino, Manuela e Piera, tutti e tre hanno partecipato attivamente alla mia crescita.
Al trofeo Topoliono, gara bellissima, non ho mai vinto niente ma erano due giorni di festa: salivi alle 8 del sabato mattina sul pullman e tornavi alla domenica sera, portavi a casa una borsa piena di premi (e neanche una coppa), le gare i primi anni era solo divertimento. Poi da cosa nasce cosa, crescendo l’agonismo ha fatto parte del percorso. Mi allenavo gia, perche non fare le gare? Tanto piu che le gare sono delle belle soddsfazioni.
Ho partecipato a campionati europei, italiani e mondiali. Il primo europeo l’ho fatto a Cadice in Spagna, e stato bellissimo. Mi ricordo Belgrado, Chicago, Aukland, Vilnius in Lituania, Olanda a Maastricht. Tutte belle esperienze e tutte diverse.
Il mio apice delle gare, in cui mi portavo dietro 10 anni di allenamento intensi, e stato un momento di confusione a livello federale. Gareggiavamo sia con l’ E.S.K.A. (che era un karate piu sportivo), poi con la F.I.T.K.A. (piu tradizionale), e con la G.K.A. Cambiavano i regolamenti. Mi allenavo 6 mesi con un regolamento, ma al momento della gara poteva cambiare. Ma il Maestro e sempre stato un punto fermo e mi diceva: “A me il regolamento non interessa. C’e il M°Shirai, ci siamo noi, c’e lo Shotokan Ryu. Tu allenati, poi se cambiano il regolamento, dai il massimo e vedi cosa succede”.
La fortuna e stata che con tante federazioni c’erano tante gare.
Cos'e l'agonismo nel karate?
Il Maestro non ti insegna a fare le gare, ma ti insegna karate. Come conseguenza, quando vai a fare una gara gestisci il tuo karate in base al regolamento del momento. Sei sempre pronto.
Questo e quello che ci ha sempre trasmesso il M° Severino: “Non sono qui per farti vincere i mondali, sono qui per insegnarti karate. La gara e un passaggio in piu per migliorare”.
Sempre pensando alle gare, piu che la competizione in se, sono i singoli ippon ad essere importanti. Quando fai un punto e sono 5 arbitri che sbandierano in tuo favore, e una cosa che emoziona tantissimo, piu che salire su un podio europeo o mondiale. Vuol dire che quello che hai fatto e stato spettacolare.
Ricordo il periodo in cui avevo lavorato tanto sul calcio maigeri con il Maestro: la prima volta che ho fatto un ippon con il maigeri e stata indimenticabile. E' stato un lavoro di due anni, ed in un secondo ho fatto maigeri. Da quel giorno non ho piu smesso di utilizzarlo. In tutto quel tempo, il Maestro sapeva per cosa stavamo lavorando, io no. Studiavo perche era da fare. Facevo tutto quello che mi diceva, mi fidavo. Poi in gara mi e riuscito proprio quello!
Premia di piu la prestazione fisica o la concentrazione mentale, la voglia di arrivare?
Di base devono esserci tutte e due, poi l'attitudine cambia con l'eta. A 20 anni avevo molto piu tempo ed era normale allenarsi tutti i giorni. Arrivavo alle gare molto preparata fisicamente, ma non me ne rendevo conto, quindi allora ti avrei risposto la concentrazione. Per le ultime gare, tra lavoro e fine universita mi stavo allenando meno, e durante la gara dovevo pensare anche al fisico oltre che alla mente. Dopo un minuto di combattimento ero stanca. Puoi avere alle spalle 10 anni di allenamento, ma se quell’anno non ti sei allenato tantissimo, dopo soli 60 secondi sei stanco e la stanchezza ti ruba la concentrazione.
Ora sono arrivata a pensare che devono andare di pari passo: se non c’e la testa, il fisico da solo non fa niente, pero se non c’e il fisico fai fatica perche durante l’incontro la testa inizia a pensare che sei stanco e non si concentra piu sull’obiettivo.
Cos’e la perfezione: si puo raggiungere?
Pratico karate da 25 anni, ed e da 25 anni che sembra che facciamo sempre la stessa cosa. C’e gente che smette perche pensa: “Le lezioni sono tutte uguali, ripetiamo sempre gli stessi kata e le stesse tecniche fondamentali”. Pero le cose cambiano se comprendi che attraverso la ripetizione migliori la tua tecnica e ti avvicini alla perfezione. Questo lo puoi capire solo con l’esperienza diretta.
E' tanti anni che pratichi. Che differenze hai notato rispetto al passato?
C'era un po' piu di disciplina e un po' meno spiegazione.
Ad esempio, da ragazza mi e capitato di arrivare in ritardo. Facevamo agonismo alle 7.30 di domenica mattina e arrivavo con 30 secondi di ritardo, ma alle 7.29.30” la lezione era gia iniziata, e il M° Severino chiudeva il cancello. Mi attaccavo al citofono, scavalcavo con Silvia, ci appendavamo alla porta della palestra e ci faceva entrare. Pero poi la lezione era ancora piu intensa!
Adesso si cerca di far capire ai ragazzi di arrivare in orario, ma non c’e piu questa severita.
Ritengo costruttivo il fatto che la stessa tecnica di un tempo venga anche spiegata maggiormente, questo ci permette di comprendere meglio l’utilizzo.