I valori educativi dello sport - Abbiategrasso 24-04-2013 |
Mercoledi 24 aprile 2013 presso la chiesa del Convento dell'Annunciata ad Abbiategrasso, si e tenuto un convegno sui "Valori educativi dello sport". Sono intervenuti: Marco Tosatti - Sportivo, giornalista, vaticanista - Intervenendo sul tema "Riflessione e testimonianza sull'omelia di Giovanni Paolo II al giubileo degli sportivi". Tosatti, ha portato le proprie testimonianze dirette, di come lo sport, era amato e praticato da Papa Paolo VI e da altri Papi. Gabriele Achilli - Presidente ISI (Istituto Shotokan Italia) -Ente morale - Presidente FIKTA (Federazione Italiana Karate Tradizionale e Discipline Affini) Il Prof. Achilli ha voluto evidenziare la valenza del karate per l'educazione dei giovani, spiegando il "Dojokun", ovvero le regole per chi pratica il karate tradizionale. Barbara Contini - Atleta paralimpica della Nazionale di Tiro con l'Arco - Rappresentante nazionale Gruppo V.I. FITARCO Barbara e un atleta non vedente, ha portato la propria esperienza personale, di come lo sport gli abbia ridato fiducia e voglia di vivere. Don Egidio Corbetta - Coadiuatore nella parrocchia di San Pietro in Abbiategrasso - Responsabile Oratorio San Giovnni Bosco Don Egidio ha voluto sottolineare l'importanza che l'oratorio ha sempre avuto, ed ha tuttora per l'educazione dei giovani allo sport e non solo. Alla fine del suo intervento, Don Egidio ha voluto leggerci la preghiera dello sportivo che pubblichiamo di seguito: Signore, aiutami ad essere un vero sportivo, a vincere e gioire restando umile, a perdere e conservare il sorriso, e la passione per continuare a giocare, ad accettare le decisioni dell'arbitro, giuste o sbagliate che siano, a saper vincere senza stravincere, ad essere forte senza essere cattivo, a pensare alla squadra e non solo a me stesso, ad apprezzare l'avversario, riconoscendo le sue abilita. A te Signore, affido la mia vita. Aiutami, oggi e sempre. Amen Vogliamo ringraziare il M° Mario Fanizza che ha promosso il convegno tramite l'ISI, l'Ente Morale che promuove il karate tradizionale, dandogli il giusto valore che merita. Colombo Severino Di seguito pubblichiamo l'intervento del prof. Achilli. INTERVENTO DEL COMM. PROF. GABRIELE ACHILLI, PRESIDENTE NAZIONALE FIKTA E ISI - ENTE MORALE, AL CONVEGNO DAL TEMA "I VALORI EDUCATIVI NELLO SPORT" Parlare di valori educativi nello sport vuol
dire avventurarsi in un terreno dove informazioni, definizioni, regole e
dettami sono gia stati scritti dai massimi pensatori ed esperti in materia. Valori educativi nello sport: sono quattro parole che contengono altrettanti significati cui le cinque regole dove si pratica la via, ovvero, il dojo kun nel karate, trovano uno specifico significato per chi, come me, ha fatto di questa antica arte marziale non solo uno scopo di vita, ma anche una lunga strada da percorrere in cui identificarsi come individuo, uomo, professionista, docente e padre. Impegnati a perfezionare il carattere, dice la prima regola d'oro del karate do, della via della mano vuota, cosi come lo sport indica la via al giovane atleta che per la prima volta si avvicina a una disciplina. Persegui la via della sincerita, dice la seconda, perche senza sincerita verso se stessi in primis non si puo andare avanti e non ci si puo impegnare a fondo nella pratica sportiva. Ma anche verso il proprio allenatore, coach o maestro. Se non c'e la sincerita nel rapporto fra docente e allievo, tutto il lavoro puo essere vanificato. Rafforza instancabilmente lo spirito: e la terza regola d'oro per chi pratica il karate, ma anche per chi, indistintamente in altre discipline, pensa che l'unione di mente, corpo e spirito (shinkitai in giapponese) siano la strada giusta verso il raggiungimento di un obbiettivo, come il successo o la vittoria, nella vita come nello sport. Rafforzare lo spirito vuol dire imparare dai propri errori, dagli esempi degli altri e metterli in pratica. Guardare con occhio critico i campioni consumati ed anche emularli, perche no. In fondo l'uomo sogna anche a occhi aperti e il sogno, in un certo modo, e l'espressione inconscia di un traguardo che si vuole raggiungere nella vita cosi come nello sport. Osserva un comportamento corretto all’insegna del rispetto universale: e la quarta perla che il karate insegna. Comportarsi correttamente nella pratica sportiva e una regola basilare, che chiede rispetto verso se stessi e verso il proprio avversario cosi come nello sport in generale. Comportarsi correttamente: due parole che gli atleti ultimamente dimenticano perche preferiscono ottenere successi subito e facili, la parola doping e quella che calza di piu in questo senso, ma anche la parola scorciatoia, ovvero, senza sforzo, ottenere il massimo risultato in poco tempo. Ma cosi facendo il percorso corretto che lo sportivo dovrebbe fare giorno dopo giorno, passo dopo passo, chilometro dopo chilometro, esercizio dopo esercizio, verrebbe meno in tutti i sensi e verrebbe meno anche il rispetto verso il proprio avversario. Astieniti
dalla violenza e acquisisci l’autocontrollo: sono le
parole dell'ultima regola, non semplici da spiegare a seconda della veste che
si vuole trovare alle parole violenza e autocontrollo, o al contesto in cui si
inseriscono. Violenza vuol dire non solo fare male al prossimo in senso fisico,
ma anche psicologicamente e morale. Un concetto intrinseco ai valori educativi
dello sport, con discipline che ogni giorno, vedi il calcio, inneggiano alla
violenza verso il prossimo, a non rispettare l'avversario perche solo
diventando un personaggio si puo essere un grande campione, ma anche dal punto
di vista intellettivo c'e violenza. Nel voler schiacciare l'avversario
deridendolo o addirittura canzonandolo. Tutto cio nel karate si insegna a non
praticarlo, o per lo meno, ad astenersi dal farlo. E' questo il senso di queste cinque regole d'oro che tutti i praticanti il karate recitano socchiudendo gli occhi, pronunciandole a fine allenamento, prima di ritornare con la mente al presente. Il Karate e mezzo per migliorare il proprio carattere, insegnava il grande maestro Gichin Funakoshi mentre diceva "Sempre meglio fare di tutto per cercare soluzioni pacifiche ai problemi", insegnando "da cuore a cuore" al proprio allievo. A questo punto la domanda sorge
spontanea, ovvero, parlare dei valori educativi dello sport, oppure, al
contrario, parlare dello sport che deve educare ai valori? Secondo
la mia lunga esperienza sul campo entrambe le domande sono pertinenti ed su
entrambe le domande si possono fare le medesimi riflessioni. Sempre
prendendo ad esempio il karate tradizionale, quello che la Fikta, la
federazione italiana karate tradizionale e discipline affini, di cui ho l'onore
di essere il presidente, cosi come l'Istituto Shotokan Italia - Ente Morale, la
scuola di alta specializzazione del tradizionale in Italia del maestro Hiroshi
Shirai, cintura nera 10° dan, il karate ha intrinseco nelle sue corde i valori
educativi di cui la societa, e nella fattispecie i nostri giovani, hanno sempre
piu bisogno. E
parlo nello specifico dei valori quali l'amicizia, il rispetto reciproco cosi
come quello delle regole e dei gradi piu alti. E ancora: il rispetto per il
prossimo e per i deboli e gli indifesi, ma anche per le regole e per un comportamento
corretto e impeccabile nel migliorare le proprie capacita, fisiche, cognitive e
mentali, insegnando la tolleranza verso il prossimo, educando alla sensibilita
e all'uso dell'umilta. Concetti, questi, sconosciuti alla maggioranza dei
giovani di oggi, invasi dalla tecnologia, dalla moda, dai falsi miti che tv e
internet gli forniscono ogni giorno, ma anche dall'influenza del gruppo. E
confrontarsi con i propri pari grado o i propri superiori sui valori di
rispetto e responsabilita non sono cose di poco conto. I
nostri ragazzi, dalle elementari, alle medie, alle superiori fino
all'universita avvicinandosi al karate tradizionale e praticandolo ogni giorno
con costanza, non solo migliorano le loro capacita cognitive e concettuali, ma
imparano l'autostima, il rispetto per il prossimo, l'autonomia sociale e
culturale. Imparano a concentrarsi e a massimizzare il tempo a disposizione, a
prendersi delle responsabilita e a portarle avanti fino al termine,
l'educazione, la tolleranza e acquisiscono una disciplina mentale tale da farli
eccellere, o per lo meno veleggiare a vele spiegate, nella giungla della
scuola, districandosi tra compiti in classe e verifiche e diventando puntali,
precisi e con un rendimento dal discreto all'ottimo. Molti si diplomano o si
laureano con il massimo dei voti, lavorano, studiano e si allenano in
contemporanea, imparano a sacrificarsi per ottenere dei risultati e imparano
anche che i risultati ottenuti non sono sempre quelli sperati o scontati. Alla
lunga il talento paga fino ad un certo punto, perche da un altro punto in poi
ci vuole impegno, costanza, determinazione, sacrificio per raggiungere un
traguardo importante come la vittoria di una gara, sia quella della palestra
sia il campionato del mondo, ma sempre prove di vita sono. E il karate educa al rispetto per l'avversario, perche, a differenza del credo comune, non e una disciplina che si pratica singolarmente, ma dove il gruppo, in questo caso la squadra, e quella che alla fine fa la differenza. Sacrificarsi per sé e per gli altri e fondamentale per diventare grandi, per acquisire esperienza e insegnare a propria volta. Ma negli ultimi tempi si e sentito spesso parlare di emergenza
educativa, mancanza di valori morali e civili, violenza come linguaggio di
espressione di problematiche molto complesse. E proprio una risposta positiva
potrebbe venire dallo sport. "Il karate in quanto
portatore di valori educativi e formativi nella societa attuale partecipa
all'evoluzione pubblica e sociale della societa e quindi si integra nel processo
di evoluzione e di formazione delle strutture che reclamano un diritto di
partecipazione ad uno status sociale pubblico", scrive la psicologa Ivana
Padoan. E che ci cimentiamo in una
gara, in una competizione, in un esame o in una delle tante prove che la vita,
ogni giorno, ci chiede di superare, i valori educativi appresi nella pratica
dello sport ci rendono certamente diversi dagli altri: migliori, pronti e
capaci di reagire con forza e coraggio, nel rispetto verso il prossimo e nel
"tirare fuori cio che sta dentro", cio che letteralmente significa
"educare", sia nella pratica diretta tutti i giorni o sia per chi ne
e spettatore inconsapevole. Prof. Gabriele Achilli |
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